P O E S I E






    LA PAURA


Guardo le gocce d'acqua,
cadere nel vuoto.


Le sento una ad una tutte uguali
toccare la terra bagnata.


Ne vorresti seguire una ,
non riesco.


Chi mi trattiene  non "so" .








         LA GIOSTRA


Gira la giostra,
luci e colori abbaglianti,
un carosello felice.


"Solo. Un bimbo
con piccolo occhi spenti,
guardano fissi
verso un vortice
pieno di  nulla.


Mai avrà un bacio d'amore
tra fiori che odorano di primavera.


Solo in un angolo
un volto senza sorriso
si chiede bestemmiando.
Perché?


Intanto la giostra continua a girare.








     AL  MARE


Cammino su una scia di velluto
sento i piedi il molle sonno
delle sabbie.


l'odore teso del sudore della gente.


I sogni che si
perdono nel vuoto puro
degli  aliti di vento.












      MONTAGNE


Guardo le montagne all'alba
le loro linee sono severe
di fredda eleganza.


Adagio ,adagio
si posano le dita del sole.














  VECCHI


Hanno gli occhi smarriti
e le menti perse.


Le loro
parole sono perse.


Sono pronto ad,
accartocciarsi come una foglia secca
e farsi spazzare via










         PRIMAVERA. 


Danza l'inverno morente,
sonnecchia la valle.


Si sbracciano gli alberi
per prendere il tiepito sole.


Fa correre il vento sulle foglie,
sembra di vedere le onde del mare.


La luce mette in fuga il buio,
la primavera  è  tornata.
















I fiori non profumano più,
piangono le gialle chiome degli alberi,
desidero ancora sentire l'odore delle stagioni.


Nei campi si sprezzano le zolle,
il cielo impallidisce.


Dolce aroma di un sogno
che chi muore e alla vita non crede più.








      CHIESA


Entro in un mondo
pieno di fascino e mistero.


Un mondo che non mi appartiene.


Un suono d'organo
inebria un mondo
di angeli o di demoni?


















Passano  le note
di stanche canzoni.


La notte è quasi finita.


Le stelle spengono
la luce senza fare rumore






















Fiori non profumano più,
piangono le chiome gialle degli alberi,
desidero sentire ancora l'odore delle stagioni.


Nei campi di spezzano le zolle,
il cielo impallidisce e si sgretola.


Dolce aroma di un sogno
per chi muore e della vita non crede più.










VERSO L'INVERNO




La lue accarezza gli alberi svestiti
il bosco odora di resina
la corteccia delle piante screpolate
che sanno d'inverno.


Ormai sono scordati
i fiori che brillano  al sole  di primavera.














CITTA'






Case dalle geometrie
impazzite,
sbadigli d'alberi
intorpiditi,
tra i viali artificiosi,




Passi veloci
figure smorte
di gente che corre.




Cielo  carta di zucchero
specchia il poco azzurro
delle colline.




Nello spicchio di verde
fiori straziati
dai resti rotti delle bottiglie.








   NEVE


Dalle piccole finestre
dai vetri opachi,
guardo cadere i fiocchi di neve.
Nella vecchia casa,
con la borsa dell'acqua calda,
la fioca luce della lampada comunale,
illumina il manto candido che si accumula


il ghiaccio pende dalle gronde,
spacca a falde dai tetti
mi fa rallegrare il cuore.
E' l'alba cade la neve
che ha cancellato
tutti i segni della realtà.








INCONTRO CON LA MORTE




I suoi capelli che gli accarezzano il volto
uno sguardo tenero che abbraccia il vento


Silenziosa 
mi prende per mano
e mi conduce tra cielo 
ed il mondo dei sogno prigionieri.


Voci invisibili scendono dai monti,
un turbine a forma di croci si
specchia nello stagno ghiacciato.


Orme di luci si spegnevano 
a calare  della sera.


Una breve sosta nel tempo di nessuno
dove si perde odio e vendetta.


Passo' veloce come una brezza
con il profumo del mare.








 


               IO RICORDO
                      


           

Io ricordo

                                  
Il tempo che
sulle sue spalle,
ormai provate.

Mi portava per sentieri
colori erano intensi
in un mondo vivo.

Mi raccontava
le sue illusioni
ormai spente.

Io ricordo:

Il suono di una campana
dai rintocchi lenti e uguali.
 
Un giorno quella campana
suonò per Lui.  

Io non c’ero.
 







VECCHIO   ALPINO


 

 
Oggi ala tua festa, con il cappello verde
la tua penna nera.

 

E’ seduto con un bicchiere di vino
in mano.
 

Guardi i giovani alpini
Con invidi e forse con un po’ di disprezzo.
Con gli occhi rossi,
ricordi
le trincee   
gli amici morti
il tricolore a brandelli.
i nemici che forse mai hanno odiato
hai dovuto uccidere.
 

Sorridi stai guardando una bella donna
Dai tondi seni.
Togli il cappello Lo guardi
Vedi croci e medaglie e PIANGI…
 



 
L’ULTIMA CORSA
(la morte chiama)
 
                          Vecchia cammina
“Ci provo.”
 
Tra il pigro lamento dei passi usati. 
Vecchia corri!
“Non posso.”
“Ho le membra stanche.
Vecchia vieni.
Stelle filanti ti aspettano.
 





FUNERALE
 
                               I rintocchi della campana
                                ad intervalli
lenti ed uguali.
 
Il corteo si muove lentamente
sembra dondolare.
 
La gente a capo chino
calpesta le pietre urbane.
 
tra mormorii e lamenti
un raggio di sole
bagna tutta la piazza.
 
        Rintocca di nuovo
la campana,
segnando il passare
della vita.
 
 
 
 
 
 
 
 






 


 


 


La civetta lancia il suo richiamo,
 
un attimo di paura.

Poi il , primo raggio di sole

rischiara tutta la valle.

 

 

 

 



 
MORTE
 
 
Tempo piatto
Ore spente
Speranze vane.
ECG…………..
EEG…………..
 
 
 
 

 
MONTAGNE
 
                               Guardo le montagne all’alba
                               le loro linee sono severe
di fredda eleganza.
 
                               Adagio, Adagio                 
                                si posano le dita del sole.
 

 





       VECCHI


 



 


                                                   Hanno gli occhi smarriti,

le menti perdute.

 

                                                    Le loro

parole sono stentate.

 

Le loro

parole  sono perse.

 

Sono pronti ad:

accartocciarsi come una foglia secca

e farsi spazzare via.

 

 

 

 

 















INCONTRO CON LA MORTE


 

 


I suoi capelli  che gli accarezzavano   il volto

 uno sguardo   tenero   che  abbracciava  il vento .

 

 Silenziosa,

 mi prese per mano

e mi condusse tra il cielo

ed    il mondo dei   sogni prigionieri.

 

Voci invisibili  scendevano dai monti,

un turbine a forma di croci si 

specchia nello stagno ghiacciato.

 

Orme di luci che si spegnevano 

 calare la sera.

 

Una breve sosta nel tempo di nessuno

Dove si perde odio e vendetta

 

Passò veloce come una brezza

con il profumo del  mare .

 

 

 





            

 


 



 


 

 
                                                           LA FINE
 

Cala l’azzurro

 Il sole ritarda poi s’affretta.

                                  E torna dietro le quinte.

 

                                  Gli scuri vetri si chiudono.

 

                Il villaggio avvolto nelle preghiera

di un giorno ozioso.

 

                                           Così il tempo e concluso.

 

 




          


PRIMAVERA


 



Danza l’inverno morente,


sonnecchia tutta la valle.

                      Si sbracciano gli alberi

              il tiepido sole.

             La primavera annoiata

             fa Correre il vento sulle prime foglie

               sembra di vedere le onde  del mare

     la luce mette in fuga il buio,

      primavera è  tornata.